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Gioiosa Marea

Via G. Natoli Gatto 115, 98063 Gioiosa Marea, Provincia di Messina
0941363301

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Su una lieve terrazza adagiata alle pendici di Capo Schino e affacciata sul Tirreno, è una località balneare rinomata, grazie alle belle spiagge, all’amena posizione, alla dignitosissima architettura, alla disponibilità di infrastrutture ricettive.

Il centro urbano. Edificato a partire dalla fine del XVIII secolo, il centro urbano presenta episodi gradevoli di architettura ottocentesca e di inizio novecento. Molto bella la passeggiata miramare. Fiancheggiata da eleganti edifici neoclassici, offre un bel panorama sul mare e sulla costa fino a Capo d’Orlando e verso sera, balaustrata di brezza, lo sfarzo di luce e colori del tramonto estivo. Negozi e servizi sono concentrati lungo la via Umberto I, purtroppo appesantita dal traffico veicolare, trattandosi della stessa strada statale 113.

Le spiagge*. Appoggiata all’omonimo promontorio, volta a nord-ovest, la spiaggia di Capo Schino orla l’abitato, ed è comoda e accogliente. Passato Capo Schino, si apre un’insenatura interamente occupata dalla stupenda spiaggia di Capo Calavà. Tesa tra i due capi, sostanzialmente risparmiata dalla urbanizzazione che negli ultimi decenni ha invaso la costa, è questa una delle spiagge più belle e integre che offre il territorio. 

Oltre Capo Calavà si estende l’ampia spiaggia di S. Giorgio, che come quella di Marinello non si appoggia a un promontorio, ma sembra piuttosto trattenuta da una secca. 

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Storia

Sebbene citato dalle fonti documentarie solo a partire dall’epoca normanna, quello di Gioiosa è un territorio di antichissima antropizzazione. Frequentazioni preistoriche sono attestate dal rinvenimento di ceramica del neolitico e dell’età del rame nella grotta del Tono, che si apre sul mare in prossimità della linea ferrata proprio sotto l’abitato. Uno scavo effettuato sul fianco orientale della rocca di Gioiosa Guardia ha portato alla luce una porzione di abitato protogreco, appartenuto a un insediamento abbandonato nel IV sec. a.C. ma probabilmente risalente all’età del bronzo.  

In epoca normanna, nel 1094, le terre di Meliuso, con i villani su di esse insediati, furono infeudate dal Gran Conte Ruggero all’abbazia benedettina del SS. Salvatore di Patti. E al vescovo di Patti appartennero fino a che non gli furono sottratte da Vinciguerra Aragona, il quale nel 1361 ottenne fa Federico III la capitania a vita di Patti. Fu proprio Vinciguerra Aragona che nel 1366 volle edificare Gioiosa Guardia, su un giogo (da cui Giogosa) del monte che ha nel Capo Calavà la sua propaggine estrema, raccogliendovi gli abitanti di Zappardino e dei casali circostanti. Ma essendosi il figlio di lui, Bartolomeo Aragona, reso colpevole di tradimento, fu da Martino I spogliato dei suoi possedimenti. Gioiosa e i tenimenti di Meliuso ritornarono, però, al vescovo di Patti solo nel 1414.

 Nel 1783 un violento terremoto provocò all’abitato danni irreparabili. Il nuovo borgo fu costruito sulla costa, secondo un impianto regolare, intorno alle chiese di S. Nicolò, S. Giovanni Battista (non più esistente), S. Maria delle Grazie, S. Maria della Catena, riproponendo la divisione in quartieri che era stata del vecchio borgo. Gioiosa Marea si sviluppò nel corso di tutto l’800, dotandosi di dignitosi edifici, fino a raggiungere 6.900 abitanti nel 1931. Seguiva quindi una fase di stagnazione economica. Segnali di un nuovo attivismo sono presenti da quando, a partire dagli anni ‘70, il turismo si va affermando come il settore trainante della sua economia.  

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